L’iniziativa
“Il volto dell’appennino” è una mostra diffusa di immagini d’epoca attraverso il centro storico di Caldirola ed i suoi angoli più rappresentativi realizzata dalla Pro Loco di Caldirola in
collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Quarantacinque pannelli numerati, guidano i turisti alla scoperta del borgo attraverso i volti dei personaggi che lo hanno abitato
– dai più conosciuti ai più comuni – ritratti in momenti di vita quotidiana e dei luoghi simbolo della frazione (osterie, alberghi, ristoranti, botteghe…). Tutte le immagini sono state gentilmente
concesse dagli abitanti di Caldirola e andranno ad alimentare l’apposita sezione dedicata sul sito internet www.caldirola.org/archivio
dove si potranno consultare tutti gli archivi fotografici.
Per maggiori informazioni
www.caldirola.org
prolococaldirola@yahoo.it
Caldirola, “il volto dell’appennino”
Il piccolo borgo di contadini, allevatori e osterie è diventato luogo di commercianti, turisti e ristoranti: una trasformazione tanto rapida quanto epocale, mentre tutta intorno, la valle, sembrava
ferma, immobile. E’ bastato il coraggio di un lungimirante imprenditore, Agostino Raffo, a dare impulso ad un cambiamento che forse nessuno si aspettava ma capace di segnare le sorti di un villaggio
e dei suoi abitanti.
Volti prima intrisi di fatica, poi speranzosi, infine realizzati e mescolati a quelli dei turisti, anche quelli più celebri. Una lunga fase di inatteso benessere di cui tutti hanno potuto
beneficiare, ha regalato a Caldirola una sorta di eterna giovinezza, durata quasi un cinquantennio e la reputazione di luogo affermato in cui mostrarsi. Ogni grande cambiamento porta con sé vantaggi
ma anche incognite ed ecco che, esauriti i primi, anche a Caldirola si sono materializzate le paure nascoste dietro l’angolo. Come quella di non saper gestire tutta quell’improvvisa celebrità e di
non riuscire ad arrestare una caduta fragorosa.
Volti delusi, tenaci e costretti a ripartire da capo. Gli ultimi cinquant’anni di Caldirola hanno seguito la linea tracciata, dal destino, per molti altri villaggi dell’appennino, spopolato e
relegato ai margini, dopo essere stato privato di tutti i servizi minimi ed indispensabili. Da luogo di pace a luogo isolato, nel senso più lontano del termine. Anni di buio, di ricostruzione, lenta
e apparentemente senza esito. Il borgo si è svuotato ed i luoghi che hanno contribuito a renderlo conosciuto ovunque sono stati abbandonati sotto quintali di polvere e ricordi.
Oggi, non ci sarà più la giovinezza ma Caldirola è ancora una piacevole signora circondata dall’affetto di chi non riesce ad allontanarsene. I volti sono quelli dei figli e dei nipoti di chi qui ha
le radici ma anche quelli di chi a Caldirola è arrivato in epoche fortunate e ne ha fatto una specie di luogo sicuro ove trovare rifugio. Un luogo del cuore.
Proprio per la difficoltà di trovare le parole adatte per descrivere un luogo a cui si è affettivamente legati, “Il volto dell’appennino” rappresenta il tentativo di raccontare gli ultimi cento anni
di Caldirola attraverso i volti, le espressioni e le azioni delle persone che lo hanno abitato: volti noti e meno noti, che forse ad alcuni richiameranno quelli di persone conosciute o familiari;
azioni quotidiane che oggi, molti, avranno solo sentito raccontare e mai nemmeno immaginato perché troppo lontane dal nostro modo di vivere.
I ricordi come punto d’incontro tra passato e futuro: è bastato comprendere che sotto a quella polvere c’era qualcosa da raccontare e tramandare a chi, oggi, a Caldirola vuole avvicinarsi. Non solo:
anche un invito ad essere curiosi, a guardarsi sempre intorno e ad imparare storie nuove, spesso nascoste nei luoghi meno comodi e a portata di mano, come quelli da raggiungere a piedi perché non
attraversati dalla strada percorsa dalle auto. Questa iniziativa, in affiancamento a quella realizzata sui pannelli del nuovo itinerario escursionistico “Le fontane di Caldirola”, che non a caso
attraversa nel suo tratto finale il centro storico del paese, mira ad aprire il borgo ai turisti e a raccontarlo in modo che del suo passato non vada persa la memoria ma che anzi, ciò costituisca uno
stimolo a ripartire.
Convincere i caldirolesi ad aprire album intrisi di ricordi estremamente personali e a concedere immagini dal valore affettivo così importante al fine di metterle a disposizione di tutti coloro che,
quel borgo dalla storia così particolare e diversa da tutti gli altri, vogliono iniziare a conoscere, non è stato semplice ma ha in un certo senso contribuito ad accrescere il senso identitario. Per
questo un sentito ringraziamento va a tutte le famiglie che hanno contribuito mettendo a disposizione immagini, storie e aneddoti.
Un caloroso ringraziamento va, infine, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e al suo Presidente, Luciano Mariano, per aver creduto in questo progetto e per aver contribuito fattivamente
alla sua realizzazione.
Caldirola riparte da qui, dai volti del suo passato.